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Italy (Italiano)
Partner provenienti dall'Italia:
L’Università Telematica Internazionale UNINETTUNO – U.T.I.U., riconosciuta con decreto ministeriale del 15 APRILE 2005, è partner italiano del progetto Re.Vica ed ha la sede principale a Roma (Italia). Sono parte dell’U.T.I.U. anche i Poli Tecnologici, strutture a disposizione degli studenti dislocate sia in Italia sia all’estero, fornite di tutte le tecnologie per seguire i corsi a distanza, partecipare ad attività didattiche in videoconferenza e rappresentano un punto di incontro reale per ospitare lo svolgimento degli esami in presenza oltre a incontri e seminari con i docenti e i tutor. I Poli Tecnologici mettono a disposizione degli studenti tecnologie, materiali didattici dei corsi, l’accesso gratuito ad internet ad alta velocità; sia in Italia che all’estero sono attivi diversi Poli tecnologici collegati tra loro con antenne satellitari trasmittenti e riceventi. I Poli Tecnologici Internazionali sono:
- Polo Tecnologico presso la Helwan University (Cairo)
- Polo Tecnologico presso il Segretariato di Stato per la Formazione Professionale del Marocco
- Polo Tecnologico dell'ITI Don Bosco del Cairo
- Technological Pole Tunis Virtual University UVT
I Poli Tecnologici Nazionali sono:
- Polo Tecnologico di Imola
- Polo Tecnologico di Palermo
- Polo Tecnologico dell’Università degli studi “Roma Tre”
- Polo Tecnologico di Sorrento
- Polo Tecnologico di Napoli
- Polo Tecnologico presso la Misericordia di Viareggio
- Polo Tecnologico presso il Politecnico di Torino
Proprio in questi mesi sono in corso di apertura nuovi Poli Tecnologici al fine di ampliare e rafforzare la rete dell’U.T.I.U..
L'Italia in sintesi
L'Italia è una Repubblica Parlamentare. La forma repubblicana dello Stato fu decisa con il referendum del 2 giugno 1946, con il quale il popolo italiano abolì la monarchia a favore della repubblica. La Costituzione della Repubblica è la legge fondamentale e fondativa della Repubblica Italiana. Fu approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, promulgata dal Capo Provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre 1947, ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948. Essa contiene i principi fondamentali della Repubblica, i diritti e i doveri dei cittadini e prescrive l'ordinamento della Repubblica anche in materia di sistema educativo nazionale.
La popolazione italiana è di 59.715.627 (fonte: Istat, 2007) ed il PIL procapite è di circa 27.000 euro l’anno. L'Italia si estende dal versante sud dell'arco alpino e si protende nel Mar Mediterraneo; il suo territorio comprende anche la Sardegna e la Sicilia, due isole di grandi dimensioni, oltre a una serie di isole minori. Il mare che si trova a est della penisola è il mar Adriatico, a sud-est si estende il mar Ionio, a ovest, lungo tutta la penisola, si trova il mar Tirreno mentre a nord-ovest della penisola si estende il mar Ligure. Sotto il profilo geografico le regioni italiane si dividono in: regioni settentrionali (Valle d' Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna), regioni centrali (Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo), regioni meridionali (Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria), isole (Sicilia, Sardegna).
Il Presidente della Repubblica è la massima carica dello Stato e rappresenta l'unità nazionale. Viene eletto ogni sette anni dal Parlamento in seduta comune integrato dai rappresentati regionali. Non ha un ruolo di indirizzo politico, ma la Costituzione gli affida comunque funzioni di natura legislativa, esecutiva e giudiziaria. Nei periodi di stabilità politica il suo ruolo si riduce nei fatti a funzioni rappresentative e di monitoraggio. I poteri assegnategli dalla Costituzione, però, fanno sì che il ruolo del Presidente della Repubblica acquisisca d'importanza nei casi di instabilità politica o deriva istituzionale dello Stato.
Il potere legislativo statale è affidato ad un Parlamento bicamerale costituito dalla Camera dei Deputati (630 deputati) e dal Senato della Repubblica (315 senatori eletti più i senatori a vita). Le Camere sono elette a suffragio universale (attualmente la legge elettorale prevede una ripartizione dei seggi tra i candidati delle varie liste bloccate concorrenti in proporzione ai voti ottenuti, con un premio che assicuri la governabilità alla coalizione di liste più votata). In Italia vige il bicameralismo perfetto: le Camere hanno le stesse funzioni e gli stessi poteri. Una legge deve essere approvata nello stesso testo da entrambe le Camere. In caso di contrasto tra le Camere la legge non viene approvata. Di conseguenza le leggi elettorali delle due Camere sono abbastanza simili per evitare che un loro diverso orientamento politico paralizzi il Parlamento. Tale sistema è stato ideato affinché vi sia una maggiore ponderazione della classe politica nell'approvare le leggi. Le Camere durano in carica 5 anni, ma il Presidente della Repubblica può scioglierle anticipatamente.
Il potere esecutivo spetta al Governo, all'interno del quale, secondo l'art. 92, c. 1 Cost. possono distinguersi diversi organi: il Presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministri e il Consiglio dei Ministri, che è costituito dall'unione dei precedenti organi. I Ministri sono responsabili singolarmente degli atti del loro dicastero e collegialmente degli atti del Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio dirige la politica del governo, ma all'interno del Consiglio è primus inter paris con i suoi colleghi. Tuttavia le sue dimissioni provocano le dimissioni dell'intero governo. Il Presidente della Repubblica, a seguito di consultazioni con i maggiori leader politici, nomina il Presidente del Consiglio e, su proposta di questo, i Ministri. Successivamente alla sua entrata in carica il Governo deve presentarsi in Parlamento ed ottenere da entrambe le Camere un voto di fiducia. In qualunque momento un voto di sfiducia di una Camera costringe il Governo alle dimissioni. Poiché i Ministri non sono revocabili, talvolta per costringerli alle dimissioni si procede in una delle due Camere ad un voto di sfiducia individuale.
Il potere giudiziario (sia quello inquirente che quello giudicante) è esercitato dalla Magistratura che costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere. I magistrati ordinari sono titolari della funzione giurisdizionale (vedi voce giurisdizione), che amministrano in nome del popolo. Il Consiglio Superiore della Magistratura, eletto per 1/3 dal Parlamento in seduta comune e per 2/3 da tutti i magistrati e presieduto di diritto dal Presidente della Repubblica, ha compiti di autogoverno della Magistratura.
Politica dell'Istruzione in Italia
Lo Stato Italiano è il principale finanziatore della scuola. Nel 2006 ha investito poco meno di 47 miliardi d'euro, pari all'82,5% della spesa pubblica in istruzione (fonte: Sistan - Sistema Statistico Nazionale - "LA SCUOLA IN CIFRE 2007” - Ministero della Pubblica Istruzione, 2008). Seguono gli Enti Locali con poco meno di 8 miliardi (13,5%) e le Regioni con circa 2,2 miliardi d'euro (3,9%). Nel 2006 l'intervento pubblico per l'istruzione scolastica è stato di oltre 57 miliardi d'euro con un incremento dell'11% in termini reali rispetto al 2005 (Tav. 1.1.1). L'incidenza complessiva sul PIL si è attestata intorno al 3,8% contro il 3,5% dell'anno precedente (+ 0,3 punti percentuali). Il trend relativo al decennio 1997-2006 indica anch'esso una variazione complessiva di +0,2 punti percentuali della spesa in rapporto al P.I.L., benché, all'interno del periodo, alcuni anni siano stati caratterizzati da significative variazioni di segno negativo (1997, 1998, 2002, 2004). Occorre, richiamare che l'aumento registrato nell'ultimo anno contiene anche gli aumenti retributivi per il personale della scuola relativi al biennio economico 2004-05 (fonte: Sistan - Sistema Statistico Nazionale - "LA SCUOLA IN CIFRE 2007” - Ministero della Pubblica Istruzione, 2008).
Il sistema educativo italiano
La riforma della scuola italiana in atto investe tutto il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione italiano. Uno dei connotati più evidenti del sistema scolastico riformato, in sintonia con la modifica al Titolo V della parte seconda della Costituzione, è rappresentato dalla accentuazione della autonomia delle singole istituzioni scolastiche e dall’introduzione del principio di sussidiarietà e decentramento, con assegnazione alle Regioni di competenze esclusive o concorrenti in materia di istruzione e formazione. L'obbligo formativo (fino a 18 anni) può essere assolto in percorsi (anche integrati) di istruzione e formazione nel sistema di istruzione scolastica e nel sistema della istruzione e formazione professionale.
Il sistema di istruzione scolastica si articola in un primo ciclo, composto da:
- scuola dell'infanzia, di durata triennale, non obbligatoria;
- scuola primaria, della durata di cinque anni, obbligatoria;
- scuola secondaria di primo grado, della durata di tre anni, obbligatoria;
Il ciclo si conclude con un esame finale passando il quale si può accedere al secondo ciclo di studi superiori.
Il secondo ciclo della scuola dell’obbligo è caratterizzato dal diritto-dovere all’istruzione e alla formazione professionale che si prolunga per almeno 12 anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età. Si hanno due tipi di offerte formative: il sistema dei licei ed il sistema dell’istruzione e formazione professionale. Sono due percorsi che concorrono ad un unico profilo in uscita, ma che si differenziano per adeguarsi alle esigenze e al tipo di studio a cui il giovane vuole dedicarsi. Il sistema dei licei previsto con la legge di riforma dell’istituzione è composto dai licei classico, scientifico, linguistico e artistico – ovvero i licei già noti – e dai nuovi licei: economico, musicale e coreutico (educazione alla danza), tecnologico e delle scienze umane. Il sistema dell’Istruzione e Formazione Professionale è di competenza delle Regioni, sebbene i regolamenti richiesti per la determinazione degli standard minimi formativi e la spendibilità dei titoli professionali, sia nell’ambito nazionale che per il transito dai percorsi formativi a quelli scolastici, vengono stabiliti dal Governo, d’intesa con la Conferenza unificata Stato-Regioni-Città e Autonomie locali. Per questo sono molto diversificati i percorsi di formazione professionale in Italia, per lo più sono collegati alle caratteristiche vocazionali ed economiche territoriali (ad es. turismo).
In Italia, il diploma conseguito al termine del percorso di istruzione e formazione professionale, come pure il superamento del quarto anno di corso liceale, dà diritto di accedere all’Istruzione e formazione tecnica superiore, che è un percorso specialistico, parallelo a quello universitario, finalizzato alla preparazione di quadri di alta competenza tecnica e professionale. Il regolamento prevede anche modalità per facilitare i passaggi da un sistema all’altro, attraverso il riconoscimento dei crediti di istruzione o formazione.
Istruzione superiore
Il sistema per l’alta formazione universitaria in Italia può vantare un primato di ineguagliabile valore intellettuale e storico grazie al fatto che proprio nella città di Bologna fu istituita l'Alma Mater Studiorum, considerata la più antica università del mondo occidentale. Non è nota una data certa di fondazione ed il 1088 è stato scelto convenzionalmente nell'Ottocento da un comitato di storici guidato da Giosuè Carducci, importante poeta e scrittore italiano, per festeggiarne l'ottocentesimo anniversario.
Una data certa è il 1158, quando Re Federico I Hohenstaufen (detto il Barbarossa) promulgò la “Costitutio Habita”, a seguito della quale l'università diventò un luogo in cui la ricerca si sviluppava in modo indipendente da ogni altro potere. La presenza di numerosi studenti stranieri a Bologna condusse alla creazione di associazioni, chiamate appunto "universitates", costituite dagli studenti a tutela dei propri diritti.
Origini di tale levatura garantiscono al sistema universitario italiano solide basi culturali ed un eccezionale radicamento territoriale. Nella struttura sociale nazionale è profondamente sentita l’esigenza della presenza di università prestigiose e di studiosi qualificati. Sebbene la carriera universitaria rappresenti una scelta di grande impegno, sono molti giovani italiani che aspirano alla professione di ricercatore universitario e di accademico.
Le Università in Italia
In Italia sono presenti sia le università degli studi statali sia le università non statali (ovvero, private), legalmente riconosciute ed autorizzate, con provvedimento avente forza di legge, a fregiarsi della denominazione di università o istituto universitario ed a rilasciare titoli accademici relativi all'ordinamento universitario, aventi valore legale identico a quelli rilasciati dalle università statali.
Le università statali in Italia sono 58:
- Università degli studi di Bari
- Università degli studi della Basilicata
- Università degli studi di Bergamo
- Alma mater studiorum - Università di Bologna
- Università degli studi di Brescia
- Università degli studi di Cagliari
- Università degli studi della Calabria
- Università degli studi di Camerino
- Università degli studi di Cassino
- Università degli studi di Catania
- Università degli studi di Catanzaro "Magna Græcia"
- Università degli studi di Chieti e Pescara
- Università degli studi di Ferrara
- Università degli studi di Firenze
- Università degli studi di Foggia
- Università degli studi di Genova
- Università degli studi dell'Insubria - Varese
- Università degli studi dell'Aquila
- Università politecnica delle Marche (ex Università degli studi di Ancona)
- Università degli studi di Macerata
- Università degli studi di Messina
- Università degli studi di Milano
- Università degli studi di Milano - Bicocca
- Università degli studi di Modena e Reggio Emilia
- Università degli studi del Molise
- Università degli studi di Napoli "Federico II"
- Università degli studi di Napoli "L'Orientale" (già Istituto universitario orientale di Napoli)
- Università degli studi di Napoli "Parthenope" (già Istituto universitario Navale)
- Seconda Università degli Studi di Napoli
- Università degli studi di Padova
- Università degli studi di Palermo
- Università degli studi di Parma
- Università degli studi di Pavia
- Università degli studi di Perugia -
- Università per stranieri di Perugia
- Università degli studi del Piemonte orientale Amedeo Avogadro
- Università di Pisa (ex Università degli studi di Pisa)
- Università degli studi di Reggio Calabria "Mediterranea"
- Università per stranieri di Reggio Calabria "Dante Alighieri"
- Università degli studi di Roma "La Sapienza"
- Università degli studi di Roma Tor Vergata
- Università degli studi Roma Tre
- Università del Salento (ex Università degli studi di Lecce)
- Università degli studi di Salerno
- Università degli studi del Sannio - Benevento
- Università degli studi di Sassari
- Università degli studi di Siena
- Università per stranieri di Siena
- Università degli studi di Teramo - Avezzano
- Università degli studi di Torino
- Università degli studi di Trento - Rovereto
- Università degli studi di Trieste
- Università degli studi della Tuscia - Viterbo
- Università degli studi di Udine
- Università degli studi di Urbino "Carlo Bo"
- Università Ca' Foscari di Venezia
- Università Iuav di Venezia (ex Iuav Università degli studi, già IUAV - Istituto universitario di architettura di Venezia)
- Università degli studi di Verona
Le università non statali in Italia sono numerose e possono essere suddivise tra università private e università a natura mista, ovvero non statali ma con natura pubblica, in quanto promosse da enti territoriali (regioni, province, comuni) o da fondazioni, consorzi o enti che sono la loro diretta emanazione.
Università non statali promosse da enti pubblici:
- Libera università degli studi non statale legalmente riconosciuta della Sicilia centrale Kore
- Libera università di Bolzano
- Università della Valle d'Aosta
Università non statali promosse da soggetti privati:
- Libera università degli studi San Pio V - Roma
- Libera università di lingue & comunicazione Iulm (già IULM - Istituto universitario di lingue moderne) - Milano, Feltre
- LUISS - Libera università internazionale degli studi sociali "Guido Carli" - Roma
- LUM - Libera università mediterranea "Jean Monnet" - Casamassima
- LUMSA - Libera università Maria SS. Assunta (già Istituto universitario Maria Ss. Assunta) - Roma, Gubbio, Mussomeli, Palermo, Taranto
- Università Carlo Cattaneo LIUC (ex Libero istituto universitario "Carlo Cattaneo" - LIUC) - Castellanza
- Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano, Roma, Brescia, Campobasso, Piacenza, Cremona,
- Università Campus bio-medico di Roma - Roma
- Università Commerciale Luigi Bocconi - Milano
- Università degli studi Suor Orsola Benincasa (ex Istituto universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli, già Istituto universitario di magistero pareggiato femminile "Suor Orsola Benincasa") - Napoli, Pomigliano d'Arco, Salerno
- Università di Scienze Gastronomiche Bra, Colorno
- Università Vita-Salute San Raffaele - Milano, Cesano Maderno
- Università Europea di Roma
Riforma dell'Istruzione Superiore
Nella storia recente dell’Italia il sistema universitario è stato al centro di importanti riforme iniziate già con l’avvento della Repubblica nel primo dopoguerra, quando venne riformato il rigido ordinamento imposto dal fascismo e sancito il diritto all'autonomia universitaria garantito dall'art. 33 della Costituzione (pubblicata il 27 dicembre 1947), nel quale è riconosciuto alle istituzioni di alta cultura, università e accademie, il diritto di darsi ordinamenti autonomi. Una seconda importante fase di riforme per l’organizzazione delle università italiane si è svolta agli inizi degli anni ’60 con il progetto di riforma Maranini-Miglio, attuata nel 1969 ed il cui assetto organizzativo è rimasto per lo più invariato fino al nuovo ciclo di riforme avviatosi agli inizi degli anni ’90 e proseguito a cavallo del nuovo millennio.
La fase di rinnovamento dei primi anni ’90 rappresenta un vero e proprio spartiacque tra il sistema universitario conosciuto fino a quel momento e gli sviluppi prodotti con l’apertura ai nuovi sistemi multimediali per l’alta formazione universitaria. Con la Legge n.341 del 19 novembre 1990, è stata realizzata la "Riforma degli ordinamenti didattici universitari”, attraverso la quale sono state avviate importanti innovazioni per quanto riguarda le autonomie didattiche degli ateneo, il corpo docente e di ricerca, il tutoraggio ed i Settori scientifico-disciplinari. In particolare, ad avere un forte impatto sul sistema universitario è l'art. 11, comma terzo della legge n. 341, che recita:
Nell'ambito del piano di sviluppo dell'università, tenuto anche conto delle proposte delle università, deliberate dagli organi competenti, può essere previsto il sostegno finanziario ad iniziative di istruzione universitaria a distanza attuate dalle università anche in forma consortile con il concorso di altri enti pubblici e privati, nonchè a programmi e a strutture nazionali di ricerca relativi al medesimo settore. Tali strutture possono essere costituite con decreto del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica di concerto con il Ministro del tesoro.
I consorzi tra le università tradizionali e le aziende rendono possibile la costruzione di un sistema di insegnamento a distanza incardinato nelle modalità didattiche proprie delle università tradizionali, permettendo di:
- far coincidere i luoghi dove si elabora il sapere attraverso la ricerca con quelli dove lo si trasmette attraverso l'insegnamento, cioè l'Università, rispondendo con successo ai bisogni qualitativi di formazione;
- potenziare le offerte formative;
- incrementare la produttività didattica;
- apportare un supporto determinante ai corsi di diploma e di laurea di più elevata concentrazione di studenti e ai corsi di nuova istituzione;
- avvicinare di più il mondo della formazione al mondo produttivo, attivando rapporti di collaborazione tanto in fase di definizione quanto in fase di attuazione dei corsi ed intrecciando teoria e pratica. In altri termini si possono più direttamente collegare formatori e utilizzatori, per rispondere al bisogno strategicamente importante della qualificazione continua delle risorse umane.
Il Consorzio, fornendo esperienze di diverse università sul territorio nazionale permette una selezione di qualità sia del corpo docente che delle tematiche e dei contenuti della formazione, perché può operare la scelta su un numero più vasto e diversificato di quanto potrà mai essere fatto da una singola università o da consorzi locali o regionali. Inoltre i Consorzi possono nascere anche a livello europeo ed internazionale e grazie all'estensione delle reti telematiche e delle nuove tecnologie le migliori università possono offrire a tutti, in modo aperto e democratico, insegnamenti dei più grandi scienziati, intellettuali e maestri del mondo. Si costruisce in modo virtuale il modello di università che ha permesso la nascita della cultura europea: l'università medievale. Nelle università medioevali gli ordini degli studi erano comuni, gli studenti non appartenevano ad una sola università, ma potevano frequentare i corsi di tutte le università allora esistenti; per ascoltare le lezioni dei migliori maestri peregrinavano da una sede all'altra affrontando estenuanti viaggi a piedi o a cavallo per seguire un corso di diritto all'università di Bologna o un corso di teologia all'università di Parigi dove insegnava uno dei maestri più amati dagli studenti di allora, San Tommaso. Anche i maestri peregrinavano da una sede all'altra, furono infatti detti i "Chierici vaganti"; i migliori, poi, venivano contesi dalle università di allora, perchè la loro presenza portava prestigio e potere, ma soprattutto portava masse di studenti e di giovani.
Oggi lo spostamento fisico di docenti e studenti può essere sostituito virtualmente con le nuove tecnologie che consentono la mobilitazione delle idee. Lo studente può, quindi, ascoltare le lezioni dei più famosi maestri del mondo seduto in poltrona da casa sua. l'università virtuale può permettere l'interazione tra docenti e studenti delle diverse università del mondo, può globalizzare la cultura ed il sapere e può realmente dare in tempi rapidi una risposta adeguata ai bisogni reali di internazionalizzazione dei sistemi formativi universitari per preparare professioni utili ai nuovi sistemi produttivi, caratterizzati anche da fenomeni di internazionalizzazione e di integrazione dei mercati.
Verso la fine degli anni '90, un forte impulso alla trasformazione dell'università in "senso europeo" viene dato dalla riforma che introduce l'autonomia degli atenei. Si tratta della Legge n. 127 15 maggio 1997, attuata con decreto del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica n. 509 del 3 novembre 1999, attraverso la quale sono stati rimodellati i corsi di studio con l’introduzione della cosiddetta formula del “3+2”, basata sul modello angloamericano. L'obiettivo era di armonizzare tra loro i sistemi formativi europei attraverso trattati intergovernativi riguardanti l'equiparazione dei cicli universitari nel “3+2”, obiettivo siglato con l'accordo di Sorbona del 1998 tra Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna, e con l’accordo di Bologna del 1999 con gli altri stati membri e paesi satelliti.
In Italia, questa importante riforma è stata implementata con l’anno accademico 2000/2001. Essa prevede una divisione dei Corsi universitari in tre cicli:
I. Primo Ciclo
E' costituito dai Corsi di Laurea (CL) e dai Corsi di Master Universitario di 1° livello (CMU1). I Corsi di Laurea hanno l'obiettivo di assicurare agli studenti sia un'adeguata padronanza di metodi e contenuti scientifici generali che l'acquisizione di specifiche conoscenze professionali. Requisito minimo per l'accesso è il diploma di scuola secondaria superiore, o un titolo straniero comparabile; l'ammissione può essere subordinata alla verifica di ulteriori condizioni. I CL hanno durata triennale. Per conseguire la Laurea lo studente deve aver acquisito 180 crediti. I CMU1 sono corsi di perfezionamento scientifico o di alta formazione permanente e ricorrente a cui si accede con una Laurea o un titolo straniero comparabile; l'ammissione può essere subordinata al possesso di ulteriori requisiti. La durata è minimo annuale; per il conseguimento del titolo di Master Universitario di 1° livello è necessario aver maturato almeno 60 crediti.
II. Secondo Ciclo
Gli studi di 2° ciclo comprendono 1) Corsi di Laurea Magistrale (CLM); 2) Corsi di specializzazione di 1° livello (CS1); 3) Corsi di Master Universitario di 2 ° livello (CMU2). L'obiettivo dei CLM consiste nel fornire allo studente una formazione di livello avanzato per l'esercizio di attività di elevata qualificazione in ambiti specifici. L'accesso ai CLM è subordinato al possesso della Laurea o di un titolo straniero comparabile; gli studi hanno durata biennale; la Laurea Specialistica è rilasciata agli studenti che abbiano maturato un totale di 300 crediti, compresi quelli conseguiti con Laurea e riconosciuti validi per la Laurea Specialistica (massimo 180). Per poter conseguire la laurea specialistica è inoltre necessaria l'elaborazione di una tesi originale. Un numero ristretto di CLS, regolati da direttive dell'UE (CLS in Medicina e Chirurgia, Medicina Veterinaria, Odontoiatria e Protesi dentaria, Farmacia, Architettura), hanno come requisito di accesso il diploma di scuola secondaria superiore e una prova di ammissione; la durata degli studi è di 5 anni (6 per Medicina e Chirurgia). I CS1 hanno l'obiettivo di fornire conoscenze e abilità per l'esercizio di attività professionali di alta qualificazione; possono essere istituiti solo in applicazione di specifiche leggi italiane o di direttive dell'UE. Vi si accede con la Laurea o con un titolo straniero comparabile; l'ammissione è subordinata al superamento di un concorso; per il conseguimento del DS1 è necessario aver maturato fra i 300 e i 360 crediti, compresi quelli ottenuti con la Laurea e ritenuti validi per il CS1. La durata di un CS1 è pertanto compresa fra i 2 e i 3 anni. I CMU2 sono corsi di perfezionamento scientifico o di alta formazione permanente e ricorrente a cui si accede con una Laurea Specialistica o un titolo straniero comparabile; l'ammissione può essere subordinata al possesso di ulteriori requisiti. La durata è minimo annuale; per il conseguimento del titolo di Master Universitario di 2° livello è necessario aver maturato almeno 60 crediti.
III. Terzo Ciclo
Gli studi di 3° ciclo comprendono: 1) Corsi di Dottorato di Ricerca (CDR); 2) Corsi di Specializzazione di 2° livello (CS2); 3) Corsi di Master Universitario di 2° livello (CMU2). Obiettivo dei CDR è l'acquisizione di una corretta metodologia della ricerca scientifica o di professionalità di elevatissimo livello; possono prevedere metodologie didattiche specifiche, quali l'utilizzo delle nuove tecnologie, periodi di studio all'estero, stages in laboratori di ricerca. Per il conseguimento del DR è necessaria l'elaborazione di una tesi originale di ricerca. Vi si accede con una Laurea Specialistica o un titolo straniero comparabile; l'ammissione è subordinata al superamento di un concorso; la durata minima è di 3 anni; al termine viene conferito il Dottorato di Ricerca. I CS2 hanno l'obiettivo di fornire conoscenze e abilità per l'esercizio di attività professionali di alta qualificazione; possono essere istituiti solo in applicazione di specifiche leggi italiane o di direttive dell'UE. Per accedervi si richiede una Laurea Specialistica o un titolo straniero comparabile; l'ammissione è subordinata al superamento di un concorso; la durata è di norma di 1 anno, tranne che per i CS2 di Medicina, la cui durata giunge fino ad un massimo di 5 anni.
Il Processo di Bologna
Il processo di Bologna del 1999 rappresenta una fase importante del percorso di armonizzazione dei sistemi di istruzione superiore a livello europeo. Gli obiettivi della Dichiarazione di Bologna sono, in breve:
- la creazione di un'Area Europea dell'Istruzione Superiore
- la promozione nel mondo del sistema di istruzione superiore europeo
- l'armonizzazione dei sistemi universitari europei
Il Processo di Bologna è un processo di riforma a carattere europeo che si propone di realizzare entro il 2010 uno Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore. Vi partecipano al momento 45 paesi europei, con il sostegno di alcune organizzazioni internazionali. Si tratta di un grande sforzo di convergenza dei sistemi universitari dei paesi partecipanti che sta coinvolgendo direttamente tutte le istituzioni europee e le loro componenti. L'obiettivo perseguito è che nel 2010 i sistemi di istruzione superiore dei paesi europei e le singole istituzioni siano organizzati in maniera tale da garantire:
- la trasparenza e leggibilità dei percorsi formativi e dei titoli di studio
- la possibilità concreta per studenti e laureati di proseguire agevolmente gli studi o trovare un'occupazione in un altro paese europeo
- una maggiore capacità di attrazione dell'istruzione superiore europea nei confronti di cittadini di paesi extra europei
- l'offerta di un'ampia base di conoscenze di alta qualità per assicurare lo sviluppo economico e sociale dell'Europa
Il Processo non si basa su un trattato internazionale a carattere vincolante per i governi dei vari paesi. Sebbene i ministri responsabili hanno sottoscritto documenti di vario tipo, ciascun paese - e la sua comunità accademica - aderisce liberamente e volontariamente ai principi concordati, sollecitato soltanto dal desiderio di realizzare un obiettivo comune. Inoltre, il processo non si propone la uniformazione dei sistemi di istruzione europei, ma persegue il mantenimento della loro diversità, sia pur all'interno di una cornice comune; e si impegna a costruire ponti tra paesi e sistemi di istruzione diversi, mantenendone al contempo la specificità. A livello nazionale il Processo vede il coinvolgimento del governo, della Conferenza dei Rettori e delle Organizzazioni studentesche. Sono state adottate le principali modalità di allineamento quali: il sistema di crediti didattici - sul modello dell'ECTS, il sistema a due cicli e l'accertamento della qualità.
Quality assurance
In Italia è previsto che in ogni Università sia istituito un Sistema di Valutazione Interno per quanto riguarda il sistema di gestione amministrativa, le attività di ricerca e didattica, gli interventi a supporto del Diritto allo Studio. Le azioni di valutazione degli atenei e delle università sono realizzati dal Comitato di Valutazione dell’Università, al quale viene garantita autonomia operativa ed il diritto di accedere a tutte le informazioni necessitate.
Al fine di valutare ed assicurare un’alta qualità del sistema universitario italiano, è stato istituito ai sensi della Legge n. 370/1999, il Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario. Tale Comitato è un organo istituzionale del Ministero dell'Università e della Ricerca scientifica e tecnologica con il compito di: fissare i criteri generali per la valutazione delle attività delle università; predisporre una relazione annuale sulla valutazione del sistema universitario; promuovere la sperimentazione, l'applicazione e la diffusione di metodologie e pratiche di valutazione; determinare la natura delle informazioni e dei dati che i nuclei di valutazione degli atenei sono tenuti a comunicare; attuare un programma annuale di valutazioni esterne delle università o di singole strutture didattiche; effettuare valutazioni tecniche su proposte di nuove istituzioni universitarie statali e non statali in vista dell'autorizzazione al rilascio di titoli aventi valore legale; predisporre rapporti sullo stato di attuazione e sui risultati della programmazione; predisporre studi e documentazione sullo stato dell'istruzione universitaria, sull'attuazione del diritto allo studio e sugli accessi ai corsi di studio universitari; predisporre studi e documentazione per la definizione dei criteri di riparto della quota di riequilibrio del fondo per il finanziamento ordinario delle università; svolgere per il Ministro attività consultive, istruttorie, di valutazione, di definizione di standard, di parametri e di normativa tecnica, anche in relazione alle distinte attività delle università, nonché ai progetti e alle proposte presentate dalle medesime.
Il Comitato è un organo indipendente che interagisce autonomamente con le università e il Ministero. Per questo dispone di una segreteria tecnico - amministrativa, di un apposito capitolo di spesa nel bilancio del Ministero e può affidare a gruppi di esperti, enti o società specializzate lo svolgimento di ricerche e studi.
Country's HEIs in the information society
(Tratto dall’articolo “L’Università per il Nuovo Mercato del Sapere”, di Maria Amata Garito, ITU TELECOM AMERICA 2000, Rio de Janeiro, 2000)
Le nuove tecnologie della comunicazione allargano enormemente l’accesso alla conoscenza. Le reti telematiche, la televisione satellitare, Internet, la realtà virtuale modificano i processi di comunicazione del sapere e quelli della loro acquisizione. Si creano canali capillari di diffusione che offrono nuove e inedite possibilità di una piena democratizzazione dell’accesso alla formazione e all’istruzione. E non a caso per caratterizzare queste potenzialità si parla del passaggio da una società dell’informazione ad una società cognitiva. È una rivoluzione sociale e culturale quella che stiamo vivendo ed essa rimette in discussione i modelli istituzionali e tradizionali della scuola e dell’università. Infatti, i corsi di formazione che sono oggi disponibili grazie alle nuove tecnologie, permettono l’acquisizione di conoscenze e di competenze anche fuori dalle strutture educative e formative tradizionali:ognuno può apprendere attraverso le reti telematiche. Le istituzioni formative di fronte ai processi di cambiamento che caratterizzano e caratterizzeranno sempre più questa fase di trasformazione devono: innovare costantemente i contenuti delle discipline;-riorganizzare i curricula;- individuare nuove direzioni di sviluppo legate alle specificità di un mercato del lavoro flessibile ed internazionale. Concentrando l’attenzione a livello universitario ,si può affermare che emerge l’esigenza di una nuova funzione per l’istituzione universitaria, quella della formazione continua e quindi degli strumenti e dei meccanismi per espletarla.
Oggi ciò che spinge il singolo a iscriversi a corsi di formazione continua di livello superiore non è più, come accadde nel dopoguerra, il desiderio di inserirsi nel sistema produttivo al livello più elevato. Oggi, la motivazione risiede nella possibilità di acquisire in modo rapido una competenza specialistica che consenta di rimanere nel sistema che si ristruttura e trovarvi una nuova collocazione. Ciò significa che l’università deve essere in grado di trasmettere delle conoscenze “just in time”, a flusso continuo, cosa per cui non è stata concepita. A questi mutamenti sui contenuti si accompagna la necessità di rivedere modelli e metodi dell’insegnamento e dell’apprendimento per la modificazione profonda che le nuove tecnologie inducono nei nuovi modi di trasmissione delle conoscenze. In questo contesto, l’università, istituzione che ha soddisfatto per anni i bisogni di formazione avanzata, deve dunque, se vuole avere un ruolo adeguato alla sua tradizione e alla sua potenzialità nello sviluppo culturale e sociale, individuare nuove strategie che le consentano di rispondere ai nuovi bisogni e di raggiungere nuove utenze. Se l’università non affronta questa nuova sfida rischia di fare con l’insegnamento un percorso simile a quello fatto con la ricerca. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, infatti, la maggior parte delle università europee ha perso il ruolo principale di sede di produzione del sapere. La ricerca finalizzata e applicata si è sviluppata principalmente nelle istituzioni pubbliche di ricerca e all’interno di grandi apparati industriali dotati di importanti laboratori, spesso finanziati dai governi nazionali, dove si sono attuate ricerche orientate allo sviluppo di prodotti rispondenti alla logica del mercato. Le conseguenze negative di questo processo sono in alcuni casi evidenti. Ritornando alla formazione, bisogna constatare che oggi ci sono molte agenzie esterne all’università che hanno attivato strutture di formazione avanzata e hanno organizzato propri sistemi di insegnamento a distanza basati sull’utilizzazione delle nuove tecnologie didattiche. L’analisi dei contenuti e dei modelli psicopedagogici di questi corsi di formazione mettono però in evidenza che in molti casi, gli interventi formativi non sono orientati a sviluppare conoscenze e competenze in modo critico e problematico.
Si profila di conseguenza all’interno della società dell’informazione, lo sviluppo di un sistema educativo e formativo allargato e aperto che presenta notevoli potenzialità, ma anche forti rischi. Per quanto riguarda le strutture educative tradizionali , in assenza di un profondo rinnovamento vi è il rischio di una progressiva decadenza. In questo contesto, se le università vogliono mantenere un ruolo centrale nella trasmissione delle conoscenze è necessario che:
- identifichino nuove politiche di intervento per dare risposte adeguate ai bisogni di formazione attraverso una crescita della flessibilità;
- ridefiniscano le loro funzioni per inserirsi nel nuovo contesto e nel nuovo ambiente della società dell'informazione;
- modifichino il ruolo professionale dei docenti;
- si confrontino con fenomeni di iniziative parallele e separate che attualmente si sono sviluppati e che stanno sviluppandosi.
In altre parole, nelle università si dovrebbe innescare un meccanismo di trasferimento dell’innovazione analogo per impegno e spessore a quello che si adotta quando si introducono nuove tecnologie in un’azienda e che portano ad un cambiamento della struttura, del processo produttivo e delle professionalità. I modelli della produzione industriale si sono tutti evoluti in nuovi modelli flessibili, in conseguenza dell’inserimento delle nuove tecnologie. Una analoga evoluzione dovrebbe verificarsi per il sistema formativo; si dovrebbe abbandonare la suddivisione rigida nei percorsi formativi per aprire la strada ad un sistema di formazione aperto e flessibile.
È una sfida che tutte le istituzioni formative devono affrontare. L'università può rispondere a questa sfida con successo grazie alla peculiarità che le è propria: essendo allo stesso tempo la sede naturale della ricerca e dell'insegnamento può giocare un ruolo importante sia per definire, attraverso la ricerca, i nuovi mezzi ed i nuovi modi per comunicare il sapere utilizzando tutte le nuove tecnologie informatiche e telematiche, sia per attivare nuovi processi di insegnamento e apprendimento flessibili e diversificati. E ciò può farlo garantendo qualità e libertà di tutto il processo formativo, grazie alla forza dei valori della sua tradizione e alla sua autonomia.
Nel quadro che si è delineato si collocano le trasformazioni che stanno maturando e le esperienze che si stanno sviluppando per la costruzione di nuovi modelli. Ciò avviene sia all’interno di singole università, sia attraverso programmi cooperativi tra diverse università. In questo secondo caso si dispone di uno spettro di potenzialità più ampie per progettare e realizzare innovazioni, a cominciare dal fatto stesso di coinvolgere più università in un comune progetto.
Information society strategy
In Italia, come anticipato nei precedenti paragrafi, a seguito dell'approvazione della legge 341/1990 sul riordino degli ordinamenti didattici universitari (autonomia universitaria), sono stati costituiti consorzi pubblico-privati per l'istruzione universitaria a distanza. A seguito di tale legge, nell’aprile del 2003 è stato emanato il decreto “Moratti Stanca” concernente "i criteri e le procedure di accreditamento dei corsi di studio a distanza delle università statali e non statali e delle istituzioni universitarie abilitate a rilasciare titoli accademici.
Questo provvedimento, comunemente chiamato Decreto Moratti-Stanca perché è stato emanato di concerto dell’allora ministro dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, con l’allora ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, dà concreta attuazione all’istituzione di università telematiche autorizzate a rilasciare titoli accademici.
In Italia i corsi di studio a distanza sono istituiti e attivati dalle università statali e non statali ed utilizzano le tecnologie informatiche e telematiche in conformità alle prescrizioni tecniche indicate nello stesso decreto Moratti-Stanca. Queste università devono essere organizzate “con le più moderne tecnologie informatiche e telematiche, e sono finalizzati al rilascio di titoli accademici previsti dalla normativa vigente. I titoli accademici possono "essere rilasciati da istituzioni universitarie promosse da soggetti pubblici e privati e riconosciute secondo i criteri e le procedure previste dal decreto. Specifiche norme sono previste per l'accreditamento dei corsi di studio. In particolare, sono previsti una Carta dei servizi che prevede la metodologia didattica e la stipula di un apposito contratto con lo studente. I corsi di studio a distanza sono caratterizzati, come recita il decreto: "dall'utilizzo della connessione in rete per la fruizione dei materiali didattici e lo sviluppo di attività formative basate sull'interattività con i docenti-tutor e con gli altri studenti, dall'impiego del personal computer, dal monitoraggio continuo del livello di apprendimento con criteri selettivi e severi previsti per assicurare la qualità dei corsi e la serietà dell'offerta didattica […] "L'organizzazione didattica dei corsi di studio a distanza valorizza al massimo le potenzialità dell'Information & Communication Technology (ICT), in particolare la multimedialità e l'interattività, in modo da favorire percorsi di studio personalizzati e di ottimizzare l'apprendimento.
Dal 16 aprile 2003 anche in Italia ci si può laureare a distanza, mediante l’uso delle più avanzate teconologie multimediali ed informatiche applicate all'e-learning. Diverse sono le motivazioni che i ministri Moratti e Stanca hanno addotto a sostegno del decreto:
- l'università a distanza consente di estendere l'insegnamento universitario all'intero arco di vita (life long learning) raggiungendo anche fasce di popolazione che per diversi motivi sono impossibilitate ad accedere alla formazione universitaria, quali ad esempio gli studenti-lavoratori, gli anziani, i malati e i soggetti deboli ed emarginati.
- questo provvedimento permette di realizzare una Università italiana nel mondo in grado di valorizzare la cultura e le specificità nazionali.
- l'e-learning è strumento utile per rafforzare i legami tra l'università ed il mondo del lavoro favorendo la partecipazione di privati, utilizzando le esperienze delle scuole di management aziendale, riqualificando i lavoratori con l'utilizzo di nuovi strumenti di formazione.
- con l'innovazione tecnologica è possibile abbassare drasticamente i costi necessari per il conseguimento della laurea rendendo così l'università veramente accessibile a moltissime persone.
Virtual initiatives in HE
La condizione venutasi a determinare in Italia è comprensibile se si tiene nella dovuta considerazione la storia recente delle iniziative di alta formazione a distanza e l’esperienza di rinnovamento vissuta già nei primi anni ’90 con la Legge n.341/1990. La "Riforma degli ordinamenti didattici universitari” avviatasi generò l’avvento di nuovi sistemi multimediali per l’alta formazione universitaria di cui solamente il Consorzio NETTUNO, presso il quale si sono iscritti oltre 12.000 studenti, è risultato essere in grado di tesorizzarne i dettami. Con il Decreto Moratti-Stanca dell’aprile 2003, di cui si è riferito nel precedente paragrafo, è stato stabilito che il Ministro dell'Università può, con suo decreto, riconoscere l’istituzione di nuove università telematiche. A partire dal 2004 ne sono state riconosciute 11 in totale. Questo percorso intrapreso dal legislatore italiano è stato proficuo di iniziative, sebbene non tutte siano risultate all’altezza dell’impresa. Infatti, non tutte le università telematiche riconosciute con decreto ministeriale, sono riuscite ad attivare proposte di formazione a distanza adeguate agli standard nazionali.
Appare necessario rilevare che, tra le università telematiche ufficialmente riconosciute, poche sono quelle che operano in maniera completa e soddisfacente. Inoltre, il percorso di attivazione definitiva di tutte le università telematiche riconosciute non è ancora terminato. Infatti, è previsto per legge che tutte le università telematiche siano sottoposte ad una valutazione straordinaria da parte del Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario. Al termine del terzo anno accademico di attività e successivamente al quinto anno, il Comitato deve effettuare una valutazione dei risultati conseguiti dall’università telematica, anche sulla base dei rapporti annuali del Nucleo di valutazione di Ateneo. La verifica riguarda anche i requisiti di idoneità delle infrastrutture informatiche e telematiche delle università telematiche (caratteristiche reali della piattaforma informatica per l’e-learning e sua capacità di erogare effettivamente quanto previsto nella Carta dei servizi; presenza di risorse adeguate per la manutenzione e l’aggiornamento del sistema nel tempo; coerenza tra il dimensionamento delle risorse informatiche e quello dell’utenza esistente; ecc).
Le verifiche da parte del Comitato Nazionale rappresentano un momento importante che può comportare addirittura la revoca del riconoscimento con conseguente chiusura dell’università telematica. Anche per questo motivo, non è possibile stabilire con certezza quali università telematiche resteranno nel panorama italiano da qui a pochi anni. Attualmente, le università telematiche riconosciute con Decreto Ministeriale sono:
- Università Telematica Internazionale UNINETTUNO - istituita con Decreto Ministeriale del 15 aprile 2005;
- Università telematica TEL.M.A. - istituita con Decreto Ministeriale del 7 maggio 2004;
- Università telematica e-Campus - istituita con Decreto Ministeriale del 30 gennaio 2006;
- Università telematica Pegaso – istituita con Decreto Ministeriale del 20 aprile 2006;
- Università telematica Leonardo da Vinci - istituita con Decreto Ministeriale del 16 novembre 2004;
- Università telematica Marconi - istituita con Decreto Ministeriale del 1 marzo 2004;
- Università telematica Giustino Fortunato - istituita con Decreto Ministeriale del 13 aprile 2006;
- Università telematica delle scienze umane UniSu - istituita con Decreto Ministeriale del 10 maggio 2006;
- Università telematica internazionale Unitel - istituita con Decreto Ministeriale del 8 maggio 2006;
- Università Telematica Universitas Mercatorum - istituita con Decreto Ministeriale del 17 maggio 2006;
- Università Telematica “Italian University Line” - istituita con Decreto Ministeriale del 2 dicembre 2005.
Principali iniziative di e-learning in Italia
In Italia sussiste una condizione atipica rispetto a qualsiasi altro paese, tale per cui è venuta a configurarsi una sostanziale preminenza scientifica e di contenuti didattici del Sistema NETTUNO rispetto alle altre università telematiche di recente creazione. Ne consegue che in Italia le principali iniziative di e-learning realmente operanti con alti standard di formazione a distanza, sono sostanzialmente due: il Consorzio NETTUNO e l’Università Telematica Internazionale UNINETTUNO – U.T.I.U.. Il Consorzio NETTUNO è stato creato nel 1992 in attuazione dell’articolo 11 della Legge n.341 del 19 novembre 1990, la "Riforma degli ordinamenti didattici universitari”. Nascendo in forma di associazione senza fini di lucro, promossa dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, il Consorzio NETTUNO ha unito Università ed aziende per la realizzazione di Corsi Universitari a Distanza. Da quel momento in poi, il sistema dell’università italiana non sarebbe stato più la stesso. Con il modello NETTUNO i luoghi dell'insegnamento non sono più solo le aule universitarie ma anche spazi diversi reali e virtuali: case private, posti di lavoro, centri di studio; chiunque senza limiti di spazio di tempo, in modo realmente democratico può frequentare l'università. La risposta da parte degli studenti è stata immediata e superiore alle attese, così come l’adesione da parte dei più prestigiosi docenti universitari italiani e stranieri che hanno prestato la propria opera registrando videolezioni di grande valore accademico e didattico. Il successo del Consorzio NETTUNO è stato ed è nella qualità dell’alta formazione universitaria offerta e, soprattutto, nel Modello Psicopedagogico e Didattico impiegato per la produzione di tutte le videolezioni. Tale Modello, originato attraverso le ricerche della Prof. Maria Amata Garito, professore ordinario di Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento nella Facoltà di Psicologia dell’Università “La Sapienza” di Roma. Dall’esperienza del Consorzio NETTUNO è nata l’Università Telematica Internazionale UNINETTUNO - UTIU, con decreto ministeriale del 15 APRILE 2005, logico e naturale proseguimento dell’uso delle information tecnologies nel campo della formazione a distanza. Come appare chiaro, l’UTIU beneficia del know-how acquisito in oltre 15 anni di pratica nell’ambito del Consorzio NETTUNO. Fermo restando tale condizione, di seguito sono presentate quelle che possono essere considerate le principali iniziative italiane di e-learning:
- Consorzio NETTUNO
- Università Telematica Internazionale UNINETTUNO
- Università Pegaso
- Università Marconi
- Università e-Campus
1. Consorzio NETTUNO
Il Consorzio NETTUNO nasce nel 1992 costituito da 3 università e 5 aziende, in ottemperanza alla legge sugli ordinamenti didattici universitari del 19 novembre 1990 n. 341, grazie alla quale l'università a distanza in Italia può contare su un quadro di riferimento istituzionale. La legge offre la possibilità alle università di sviluppare un nuovo modello formativo caratterizzato sia dall'istituzione del diploma di primo livello universitario, che dall'arricchimento delle modalità dei processi formativi. Infatti, l'articolo 11 comma 3 prevede l'insegnamento a distanza tra le modalità didattiche proprie delle università.
Il modello proposto dalla legislazione italiana è basato sull'idea che l'insegnamento a distanza debba incardinarsi nelle funzioni proprie di ciascuna università, con l'obiettivo di potenziarne l'offerta di istruzione superiore in un quadro ispirato dall'autonomia e aperto alla flessibilità delle iniziative. La scelta è motivata dalla convinzione che l'università, istituzione fondamentale per la formazione avanzata, possa essere messa in grado di giocare ancora un ruolo determinante anche rispetto ai nuovi bisogni formativi ed al nuovo ambiente in cui essi sono chiamati a svilupparsi.
Il Consorzio NETTUNO, come modello organizzativo e strutturale, ha adottato l'istituzione di un consorzio tra università tradizionali ed aziende e, come sistema di insegnamento-apprendimento, si è basato sull'utilizzazione massiccia delle tecnologie della comunicazione già mature e disponibili sul mercato a costi bassi.
Il Consorzio è nato nel 1992 ed era costituito da 3 università e 5 aziende. In solo tre anni si è passati da 3 a 24 università: Politecnico di Bari, il Politecnico di Milano, il Politecnico di Torino e le Università di l'Aquila, Bologna, Camerino, Cassino, Firenze, Genova, Lecce, Milano, Modena, Napoli "Federico II", la Seconda Università di Napoli, Padova, Parma, Pisa, Roma Tor Vergata, Salerno, Siena, Torino, Trento, Trieste, Viterbo "La Tuscia" e come aziende: la Telecom Italia, l'IRI, la RAI, la CONFINDUSTRIA e ben 11 Poli Tecnologici.
Gli obiettivi generali del Consorzio sono:
- creare uno spazio per l'istruzione e la formazione con caratteristiche di alta qualità e di grande capacità di innovazione, nei contenuti e nei metodi;
- offrire un servizio formativo che rimuova all'utenza i vincoli di tempo e di luogo e favorisca l'accesso e la partecipazione sia individuale che di gruppo;
- utilizzare le superautostrade di telecomunicazione, costruite attraverso i satelliti, le TV via cavo, le reti informatiche e telematiche e prodotti multimediali e ipermediali, per attivare nuovi legami tra università e industria e nuovi processi di insegnamento apprendimento o nuovi sistemi di valutazione.
- adoperare le tecnologie come strumenti per stimolare la creazione di nuovi prodotti di formazione, nuovi modelli istituzionali di insegnamento a distanza e nuovi modelli di comunicazione e di interazione tra soggetti di culture diverse;
- attivare programmi di ricerca che consentano di individuare metodologie appropriate anche al fine di utilizzare nel modo più soddisfacente le risorse offerte da una tecnologia in rapida evoluzione.
In particolare il Consorzio NETTUNO si pone l'obiettivo di realizzare un modello di insegnamento a distanza che invalidi i concetti di produzione di massa e di industrializzazione del processo formativo e valorizzi il concetto di offrire pari opportunità di formazione a tutte le diverse tipologie di studenti. L'intervento formativo è caratterizzato dalla qualità dell'insegnamento attuato dai migliori docenti universitari, completamente responsabili del processo insegnamento-apprendimento a distanza dato che l'insegnamento a distanza è di fatto incardinato fra le funzioni istituzionali delle università tradizionali. Gli studenti a distanza si iscrivono allo stesso corso, seguono, in linea generale, lo stesso programma, sono assistiti dagli stessi insegnanti, sostengono gli stessi esami e ottengono lo stesso titolo degli studenti faccia a faccia. È lo stesso corpo docente che divide normalmente il suo tempo tra studenti interni ed esterni. Per gli studenti a distanza i docenti universitari adempiono a tutte le funzioni previste per gli studenti regolari più altre ancora specifiche della funzione di insegnante a distanza. È compito del docente a distanza la progettazione e preparazione delle lezioni da svolgere in video e la preparazione di materiali di supporto alle lezioni video, come testi e software, risposte ai quesiti posti dagli studenti a distanza, esercitazioni svolte sia faccia a faccia sia in via telematica usando le reti ISDN e collegamento con INTERNET, valutazioni ed esami finali. Tutte queste attività vengono coordinate fra docenti non di una sola università, ma di tutte le università consorziate. Questo è sicuramente l'elemento più innovativo, in quanto consente di coinvolgere i docenti maggiormente disposti all'innovazione e i docenti migliori, in un progetto didattico collegiale. Dal punto di vista organizzativo e strutturale, il progetto su cui si basa il Consorzio NETTUNO è articolato in strutture, che anno per anno stanno evolvendo il loro modello e la loro organizzazione. Queste strutture sono: il Centro Nazionale, i Poli Tecnologici, le Stazioni di Lavoro "a Domicilio", i Centri Tecnologici Universitari e le Università Erogatrici.
Oltre che agli studenti singoli, i corsi a distanza sono diretti al personale delle imprese, in particolare, da quelle operanti nei campi delle telecomunicazioni, dell'informatica, dell'elettronica di consumo, che siano geograficamente vicine alle sedi delle università consorziate. Le aziende hanno così la possibilità non solo di far fronte alle esigenze formative e/o di aggiornamento del personale, ma anche di offrire ai propri dipendenti l'opportunità di proseguire gli studi universitari per conseguire un titolo accademico che potrà essere utilizzato anche ai fini dell'avanzamento di carriera. Le aziende possono allestire, nella propria sede o in zone vicine, uno spazio attrezzato per la ricezione, la videoregistrazione, l'archiviazione e la consultazione dei corsi teledistribuiti, dotandole, inoltre, di postazioni informatico/telematiche per comunicare con le università ed i Poli Tecnologici. Attualmente sono già attivati tre Poli Tecnologici all'interno delle seguenti aziende: ALENIA di Napoli, ILVA di Taranto, IVECO di Torino.
Risultati qualitativi raggiunti
La storia del Consorzio NETTUNO è coronata di successi riscontrabili innanzi tutto attraverso i numeri che dal 1993 ad oggi, dimostrano come il Consorzio sia cresciuto nell’interesse delle persone, aumentando gli iscritti, nell’interesse dello sviluppo dei territori, aprendo nuovi Poli Tecnologici, nell’interesse della formazione a distanza, aumentando il numero di lezioni video registrate e le tecnologie usate per la divulgazione. Gli obiettivi significativi raggiunti sul piano qualitativo si possono così sintetizzare:
- Valorizzazione del patrimonio culturale e scientifico presente nelle Università Italiane;
- Qualificazione della didattica determinata dalla sperimentazione di nuovi linguaggi e di nuove tecnologie, con la conseguente positiva ricaduta anche nelle attività didattiche tradizionali svolta dai docenti nelle loro sedi accademiche;
- Selezione dei docenti per cooptazione, basata su meriti scientifici e accademici;
- Innovazione prodotta all’interno delle Università tradizionali da strutture come i Poli Tecnologici e da metodologie e tecnologie didattiche messe a disposizione dei docenti e degli studenti. Inoltre l’attività didattica svolta nei Poli Tecnologici all’interno delle Università tradizionali consente il pieno rispetto dell’autonomia degli Atenei, che pur accettando l’erogazione dei corsi a distanza di livello nazionale, hanno la possibilità di personalizzare anche l’offerta formativa a distanza grazie al fatto che i Tutori, scelti tra il proprio personale docente, e i Docenti esaminatori possono personalizzarne i percorsi secondo gli indirizzi delle proprie Facoltà.
Inoltre la Struttura organizzativa del NETTUNO ha permesso di:
- mettere a disposizione delle Università consorziate servizi, come quelli offerti dal sito Internet e dal canale televisivo satellitari RAI NETTUNO SAT 2, che consente alle Università consorziate di sostenere l’offerta formativa, mettendo a disposizione degli studenti percorsi didattici da svolgere sia con modalità faccia a faccia che a distanza e di accrescere la loro immagine internazionale grazie al fatto che le reti televisive del NETTUNO hanno una copertura geografica che copre tutta l’Europa e tutti i Paesi del Mediterraneo.
- assicurare un elevato livello qualitativo, sia del corpo docente che delle tematiche e dei contenuti della formazione, potendo disporre delle differenti esperienze delle diverse Università consorziate;
- fornire alle Università sia interi corsi a distanza, che singoli moduli didattici, utilizzabili con uno sforzo organizzativo, economico e soprattutto con un iter burocratico minimo rispetto all’attivazione di un corso di tipo tradizionale.
Nella tavola che segue, sono riportati in termini comparativi i principali risultati raggiunti dal Consorzio NETTUNO tra il 1993 e l’anno 2007